Il vino rosso fa buon sangue?
Il proverbio recita così. Il vino fa convivialità, fa cultura.
Dire che faccia buon sangue, ovvero che sia salutare, è azzardato. Le bevande alcoliche
sono costituite da acqua, alcol etilico (etanolo) e una piccola percentuale di altri composti di derivazione vegetale, ai quali sono attribuite proprietà benefiche. L’alcool, tuttavia, anche se fornisce 7 Kcal per grammo, non è un nutriente essenziale e viene metabolizzato come un composto tossico.
L’organismo riesce a tollerare una certa dose di alcol, corrispondente a un consumo moderato: un’unità alcolica al giorno per le donne e due unità al giorno per gli uomini. Un’unità alcolica contiene circa 10-15 grammi di etanolo e rappresenta circa:
– una birra piccola, da 33 cl;
– un bicchiere di vino, da 125 ml;
– un misurino di superalcolico, da 25 ml.
Se si va oltre, aumenta il rischio di diverse malattie croniche e quindi di mortalità.
E il consumo di alcol sopra le dosi consigliate apporta 120 calorie quanto sei zollette di zucchero. Senza dare senso di sazietà, rischiando di sbilanciare l’equilibrio energetico.
È probabile, in base ai risultati di alcuni studi, che piccoli quantitativi di vino rosso possano ridurre il rischio di cardiopatia coronarica per merito di polifenoli come il resveratrolo (che comunque è contenuto nell’uva nera in quantità analoghe). Il problema è l’eccesso di etanolo, che per l’organismo è tossico, accrescendo il rischio cancro. E questo
riguarda tutte le bevande alcoliche, vino incluso. Una recente analisi pubblicata sul British Medical Journal, su un campione di circa 100 mila abitanti di otto Paesi europei, ha dimostrato che il 10% dei decessi per cancro tra gli uomini e il 3% tra le donne si
possono attribuire all’abuso di alcol. Le donne incinte e, com’è ovvio, i bambini non dovrebbero consumarne affatto.