Celiachia e kamut: facciamo chiarezza.
La celiachia è una malattia cronica dell’intestino causata dall’intolleranza alle proteine del glutine presenti in alcuni cereali, in primo luogo il frumento, che causano alla mucosa intestinale danni la cui gravità dipende da molti fattori, principalmente genetici, ma anche ambientali. La malattia provoca atrofia dei villi intestinali, diarrea, malassorbimento di nutrienti, perdita di peso e, a lungo andare, un incremento del rischio di anemia, osteoporosi e linfoma intestinale.
Si pensa che i celiaci rappresentino fino al 2 per cento della popolazione, anche se in molti casi la malattia non viene diagnosticata correttamente. Almeno per ora, l’unico trattamento efficace per chi ne soffre è astenersi dal consumare prodotti contenenti glutine. Per questo anche in Italia sono nati negozi specializzati in alimenti per celiaci, e i grandi supermercati hanno sezioni a loro dedicate. Se pensate a quanti derivati del frumento e di altri cereali come l’orzo, la segale e il farro sono contenuti nel cibo che mangiamo, dal pane alla pasta, potete capire come sia difficile escludere totalmente dalla dieta, e per sempre, questi alimenti. Ecco perché la possibilità che alcune specie di grano possano essere meno tossiche, o addirittura prive di tossicità, ha riacceso le speranze dei celiaci.
Da qualche anno alcuni ricercatori hanno iniziato a verificare se tutti i tipi di grano (sono migliaia) siano dannosi alla stessa maniera per i celiaci.
Vista la popolarità del Kamut in Italia, altri studi «nostrani» si sono concentrati su questo cereale, e le conclusioni sono analoghe, come rivelano alcuni ricercatori del CNR e dell’Università di Bari:
In passato si è sostenuto che i grani antichi non contenessero gli allergeni che danneggiano la membrana intestinale nei pazienti celiaci e sensibili al glutine. Tuttavia molti studi molecolari e strutturali hanno dimostrato che questa ipotesi è sbagliata e che il glutine di questi cereali può innescare la celiachia. Studi recenti in vivo e in vitro hanno dimostrato che anche i «grani orientali» sono tossici per i pazienti celiaci. Questo non sorprende, vista la stretta relazione di parentela tra il Kamut e gli altri cereali.1
A onor del vero l’avvertenza che il Kamut non è per nulla adatto ai celiaci è riportata anche sul sito web della Kamut International. Ma non c’è solo la celiachia. Il frumento può provocare reazioni allergiche più o meno forti in alcune persone. L’idea, diffusa in passato, che il Kamut sia adatto a chi è allergico al grano è contraddetta dagli studi più recenti. All’Università di Padova hanno confrontato il potenziale allergico del Kamut con quello del grano duro e non hanno riscontrato alcuna differenza.
Insomma, non vi è supporto scientifico all’ipotesi che il Kamut sia un grano «migliore» per una serie di patologie, ma ciò non impedisce che la leggenda continui a diffondersi, specialmente sul web. L’idea che i «grani antichi» siano in qualche modo più adatti all’alimentazione umana perché non «contaminati» dall’uomo è dura a morire.
In conclusione, se vi piace il Kamut acquistatelo, ma sappiate che il sovrapprezzo non è giustificato né dalle caratteristiche nutrizionali né da quelle sanitarie. Magie del marketing.
Bibliografia:
1 Si veda il sito della Kamut International (http://www.kamut.com/en/history.html).
2 R.M. Quinn, Kamut®, ancient grain, new cereal (http://www.hort.purdue.edu/newcrop/proceedings1999/pdf/v4-182.pdf).
3 D. M. Dixon, A note on cereals in ancient Egypt, in P. J. Ucko, G. W. Dimbleby (a cura di), The domestication and exploitation of plants and animals, Transactions Publishers, New Brunswick 2008, pp. 131-42.
4 Anche il frumento duro si usa in pasticceria e in panificazione, ma meno frequentemente. Il pane di Altamura, per esempio, è preparato con il grano duro.